Limitare il consumo del suolo: una necessità sempre più urgente

Immaginate di vivere in un appartamento di 150 mq, con una bella cucina, un salotto, tre camere da letto. E’ una casa grande, così decidete di vendere una camera ai vicini, di cedere un pezzo di salotto per dei lavori condominiali e via dicendo, fino a ritrovarvi a vivere in un bilocale, senza la possibilità di recuperare lo spazio che nel corso degli anni avete perso. Vi chiedereste quantomeno come abbiate potuto lasciarlo succedere. Di fatto, questo è quello che è accaduto a terreni agricoli e aree verdi che, nel corso di una sola generazione, hanno subito una riduzione media del 25%, con un picco del 32% nella provincia di Milano, dove oggi il singolo residente ha a disposizione poco più di 50 mq di area verde. 

E’ una ricerca dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) a lanciare l’allarme: nel corso degli ultimi 25 anni circa 1 terreno agricolo su 4 è passato ad altri usi. Si tratta di intere aree verdi che, una volta convertite, sono perse per sempre. Il consumo del suolo è un tema sempre più urgente: le aree verdi – terreni agricoli, boschi, foreste, pascoli, ecc – sono una ricchezza inestimabile per la biodiversità, oltre che preziosi giacimenti di carbonio organico. E Legambiente lancia l’allarme: una legge contro il consumo del suolo non è più rinviabile (leggi di più a questo link). 

Le aziende agricole oggi sono custodi di questa preziosissima risorsa  Ecco perché adottare una fattoria significa fare qualcosa di più che impiegare delle risorse a sostegno di queste realtà economiche: creare la propria FattorMia attraverso l’adozione di un animale o di una pianta significa fare la propria parte in maniera attiva e concreta per tutelare questi spazi

Non solo. Le aziende che fanno parte della rete FattorMia sono caratterizzate da una forte attenzione per la tutela della biodiversità grazie ad uno stretto legame con territorio. Da un punto di vista ambientale questo significa un miglioramento nella salute del suolo e delle piante, contribuendo così alla creazione di un sistema resiliente ai cambiamenti climatici e ai disastri naturali (Fao 2018).

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